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PONTORI

Cenni storici - a cura di Simona Tiscornia




Secondo la descrizione del Tiscornia, la chiesa parrocchiale di S. Antonio di Pontori s'innalza col suo coro a tramontana su di un poggio, coperto d'olivi e di viti attorniato da una corona di monti.

Le scarse notizie storiche risalgono al 405, anno in cui la prima chiesa fu distrutta dai Goti, già nel 406 ricostruita sul piano di Pontori sotto il titolo di Maria, cui si aggiunse nel 1246 S. Antonio come contitolare.

A questa chiesa nel 1300 era incorporata quella di S. Vincenzo di Terizzo, detta de Cerexia o Cerexola. Concorre alla tassa imposta nel 1387 per il papa Urbano VI comparendo al n. 133 del Registro arcivescovile di Genova come Ecclesia S. Antonini de Pontili, soldi L.

Demolita la chiesa di Pontori nel 1603, gli abitanti dovettero passare sotto la giurisdizione di Chiesanuova o Garibaldo, ma ben presto si industriarono per staccarsi dalla Chiesanuova. Molti i motivi del distacco: la lontananza e le strade impraticabili, specialmente d'inverno, il fatto che la gente di Terizzo si fosse già fabbricata la Cappella di S. Giovanni Battista, e che gli uomini di Chiesanuova avessero in Conscenti la Cappella di S. Lorenzo.

Così anche gli uomini di Pontori fecero in modo di dotarsi di una nuova Cappella. Si unirono infatti otto discendenti di Angelo Garibaldi fu Giovanni e si accordarono come risulta dagli atti del Not. Antonio Podestà in data 16 giugno 1680.

Nel 1681 coll'autorizzazione del Senato della Repubblica edificarono la Cappella sotto il titolo di S. Antonio da Padova, nella frazione di Pontori detta "Prato", luogo comodissimo alle loro abitazioni. In un primo momento anche il parroco di 

Chiesanuova, Domenico Ruscelli, non si oppose all'iniziativa, ma in seguito cambiò idea, insieme all'amministrazione della sua chiesa.

Ne seguì una controversia lunga e dispendiosa.

La nuova Cappella, sorta su di un terreno  donato da G.B. Garibaldo fu Gio. Andrea e da G.B. Garibaldo fu Giulio, come in atto del Notaio Silvestro Podestà, fu benedetta nel 1691 dal Rev. Gaspare Garibaldo fu Andrea.

Ma gli abitanti di Pontori non si ritennero soddisfatti: vedendo che l'ufficiatura della Cappella non procedeva con soddisfazione del popolo si radunarono di nuovo e, con atto del Not. Antonio Beronio d'Arzeno, il 2 agosto 1774 delegarono parecchi di loro a ricorrere all'Arcivescovo di Genova per ottenere la restituzione della loro antica parrocchialità, pronti a costituire al loro futuro parroco quell'onorario che fosse stato riconosciuto necessario.

I delegati, postisi a capo di quattordici famiglie Garibaldo, previo accordo coll'Arcivescovo di Genova, versarono L. 6000, come in atto del Not. Antonio Bianchetto in data 25 aprile 1775. La somma venne impiegata nei Banchi di Francia per formare un reddito annuo di L. 300 a beneficio del parroco pro tempore, come si legge in atto 29 aprile 1775 del Not. Francesco Zaverio di Genova.

Dopo questi aggiustamenti, Mons. Giovanni Lercari Arcivescovo di Genova, con Decreto 10 maggio 1775, convertiva in Parrocchia la Cappella di S. Antonio e le assegnava per confini: la Valle del Quarò Marpeo - Isorella e Maggiolo - le cime del Monte Busseta - Greghigino - il Passo della Camilla e Roncassa. Di conseguenza i Registri parrocchiali datano dal 1775.

Cresciuta la popolazione, la Cappella si rivelò insufficiente: nel 1756 furono iniziati i lavori per l'ampliamento, ultimati nel 1790. Il sacerdote Giuseppe Peirano benedì la prima pietra, che fu posta sotto l'angolo del campanile a oriente: essa racchiude le reliquie di S. Antonio da Padova e di altri Santi, suggellate in piombo.

Sulla facciata della nuova Cappella fu posta la seguente iscrizione, dettata dal Conte Domenico Garibaldi fu Antonio di Liggi: D.O.M. – Ecclesiam. Hanc. Divo. Patavino. Dicatam – Pervetustae. Parrocchiali. Villae. Pontori. Ab. Ianuensi. Antistite. Ioanni. Lercario restitutam 1775. X. Mai. Homines. Biseptem. de. Familia. Angeli. Garibaldi q. Ioannis. Huius Loci. Prati. Incolae. Censu. Aris Sepulcris. Aedibus. Canonicalibus. Et. Aliis. Iam. Donatum. Et. Intructam. Deo. Auspice. Sic. Ampliabant. 1790. 8. 8.bris.

All'interno della chiesa un'altra epigrafe recita:Ecclesia S. Pauli Cerrè facta an. S. N.ae 76 – Gotis deleta 405 – S.ae M. Pontori 406 – S. Antonino dic.ta 1246 – Aere Pop. 

peste im. eversa 1603 – Hic facta 1689 – in paraec. restituta 1775.

Questa epigrafe sintetizza tutta la storia della chiesa che abbiamo ripercorso.Il Tiscornia ironizza sulla valutazione di questo "marmo" da parte dei Remondini, che scrivono (1888): "Esso non è sincrono."

Tiscornia aggiunge in proposito: "Pensate! un'epigrafe di 6 linee con 7 date ci dà la storia di ben 18 secoli di questa chiesa! dai tempi apostolici al finire del secolo XVIII ! E' troppo. (I Remondini) citano poi il Banchero, il quale, nella storia del Duomo di Genova, a pag. 118, dice che nessun documento mostra l'esistenza d'una chiesa in Liguria, anteriore al 980. Tuttavia, anche non volendo tenere conto delle prime tre date, che non possono avere altro peso che l'eco di una tradizione e di una opinione qualsiasi, il resto dell'epigrafe non sarebbe altro che pura e semplice verità documentata."

chiesa di Pontori

panorama

interno