NATALE NEL CARCERE DI MANACAS
Carissimi, mi piace augurarvi un
Buon Natale condividendo anche con voi l’esperienza della celebrazione di Natale
nel carcere di Manacas, nel quale vado tutte le settimane per ascoltare i
reclusi che chiedono l’assistenza religiosa è Stamattina, in carcere, abbiamo vissuto un
momento di preghiera ascoltando la parola di Dio della notte di Natale; durante
l'omelia ho consegnato a turno l'immagine di Gesù Bambino ai carcerati... a
cominciare dal più anziano. Abbiamo parlato degli uomini, che si sa, cercano la
grandezza e Dio risponde offrendo la piccolezza di un Bambino, cercano la forza
e Dio offre la debolezza e la fragilità di un Bambino, cercano il potere e Dio
offre un Bambino che diventerà servo di tutti, cercano la vittoria e Dio offre
un Bambino che un giorno, sconfitto sulla croce vincerà la morte per sempre... e
ad ogni esempio che facevamo, invitavo i carcerati a consegnare il Bambino Gesù
ad un loro compagno. Mi ha colpito molto la delicatezza con la quale
accoglievano nelle loro "manone" questa statua del presepe... leggevo nei loro
occhi la parola libertà ...non la pronunciavano, ma era la loro preghiera a Gesù
Bambino. Abbiamo parlato anche di chi è Dio e di come ragiona in modo diverso
dagli uomini... perchè se questi amano tenere in pugno le persone, Dio no... in
Gesù, Dio si consegna nelle mani degli uomini, senza paura... anche da quelle
mani che hanno rubato, picchiato, ucciso, Dio, in Gesù chiedeva di essere
accolto... del resto, i primi a ricevere l’annuncio della nascita del Figlio di
Dio furono proprio i pastori che, ho detto loro, non erano certo dei santi...
anzi, spesso erano dei delinquenti mandati a lavorare nei campi proprio come
capita nel nostro carcere... Gesù, le prime carezze e le prime parole di
benedizione al di fuori dei suoi familiari le ha ricevute proprio da loro. E così
siamo arrivati di nuovo al carcerato pù anziano e l'ho invitato a fare come
Maria, adagiarlo nella mangiatoia. E' stato bello, davvero! e credo che Dio e la
Sua Parola abbiano dato un po' di speranza a queste persone, che pur camminando
nelle tenebre, hanno potuto simbolicamente accogliere, nelle loro mani, la Luce,
la Parola fatta carne. Quello che fisicamente è soltanto un simbolo, nello
spirito però si concretizza... e resta dentro e diventa, come dicevo, speranza.
Mi piaceva condividere questo piccolo pezzo di Missione diocesana che ha fatto
brillare una luce anche per me.
Buon Natale a tutti, ma proprio
tutti!
A presto, Mauri