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S. MARIA DI NE


Relazione del dott. Architetto Roberto Spinetto

 

L'origine della chiesa di Ne è anteriore al mille. E' tradizione che i Benedettini, venutivi dalla Prioria di Graveglia, vi abbiano portato la devozione a San Gottardo, Vescovo del loro Ordine Benedettino.

La Parrocchia di Ne in antico era detta de Neo o Nei o Neon. In un documento del 1311, il Syndicatus, viene nominata quale succursale della Pieve di Santo Stefano in Lavagna, e in un Lodo del 1387 è nominata nella ripartizione delle tasse. Il documento più antico, come riportano i Remondini, è un rogito del 6 novembre 1232 da cui si vede che fin d'allora la chiesa era intitolata a Santa Maria. Il luogo viene nominato precedentemente in un atto del secolo XI inserito nel Primo Registro Arcivescovile, del luogo e della parrocchia si ha memoria nel 1447 in un atto di locazione del 5 luglio, rogato dal notaio Giovanni Pietro, fatto dal rettore della parrocchia Vincenzo Monteverde.

La chiesa di Santa Maria di Ne in origine aveva il coro volto ad oriente e tre altari: il maggiore dedicato alla Madonna Assunta, il secondo a Santa Caterina V.M., il terzo a San Gottardo, Vescovo di Hildesheim, dell'Ordine Benedettino. Nel 1626 circa, venne rifabbricata la chiesa con il coro a nord e in forme assai più grandi.

La nuova e bellissima chiesa ad una navata, con coro e presbiterio, sorse per l'opera concorde della numerose popolazione.

Nel 1735 il rettore Arata dice che gli altari erano cinque e tutti in "cotto", nel 1746 erano sette, già disposti come li vediamo oggi. Il primo a destra, con belle colonne in cotto "marmorizzato", è dedicato a Sant'Antonio di Padova con pregevole ancona e due grandi statue laterali di Sant'Antonio; il secondo a San Giovanni Battista che vi è rappresentato in nicchia da bellissima statua in legno, l'altare meno i fregi che lo adornano e le colonne che sono in muratura mista, è di marmo bianco, rosso nero, intarsiato e proviene dalla soppressa chiesa di San Francesco in Chiavari, in seguito alla compera che ne fecero i massari; il terzo, con fregi e colonne in muratura mista, al Santissimo Crocifisso (nel 1835 era dedicato al Sacro Cuore di Gesù). Segue l'altare maggiore, con magnifico tabernacolo formato di finissimi svariati marmi intarsiati, dedicato alla Madonna Assunta in Cielo, titolare della Parrocchia, con un bel trittico in legno del 1546 in tre scomparti con zoccolo e cimasa, portante dipinto nel centro la Beata Vergine Maria e ai lati San Michele Arcangelo e San Bernardo Abate, nella cimasa l'Ecce homo o mezzo busto di Gesù uscente dal sepolcro, e nello zoccolo la cena di Gesù con gli Apostoli. Il coro è fornito di artistici stalli in noce. Poi, fra gli altari minori, il quinto è dedicato a San Gottardo, contitolare della chiesa, che vi è rappresentato da statua in legno realizzata nel 1875 dalla scultore Antonio Brilla, sostituito alla vecchia ancona, in cui insieme al Santo erano dipinti San Luca Evangelista e Sant'Andrea Apostolo; il ciborio e la predella sono di marmo; le colonne e i fregi in "cotto", come pure gli angeli che lo fiancheggiano. Il sesto è sacro alla Beata Vergine Maria del Santo Rosario rappresentata in statua lignea dentro nicchia, è detto anche "l'altare delle anime", per le particolari ufficiature che vi si celebrano a suffragio di morti. Intorno a quest'altare, in quindici tavolette ovali, sono dipinti e disposti in bella simmetria i quindici misteri della nostra Redenzione; le colonne, i fregi e le statue laterali sono in muratura mista; il ciborio e la predella in marmo; ai lati le statue di San Domenico e Santa Caterina da Siena. Il settimo è dedicato a San Giuseppe, in passato a Santa Caterina; ha una tela piuttosto artistica, in cui sono dipinti Santa Caterina detta "della Ruota", Sant'Apollonia V.M. con in mano la tenaglia stringente un dente, e San Filippo Neri.

Quest'altare fu aggiunto tra il 1735 e il 1746: il ciborio e la predella sono di marmo bianco; le colonne e le statue laterali in muratura mista.

Nel 1868, come risulta da un'iscrizione sotto il trittico "Anno Domini 1868 restaur. Ioann. Portogallo", Giovanni Portogallo decora tutta la chiesa di stucchi, di putti e di statue, che si vedono ai lati degli altari bassi, lungo il cornicione, e nelle pareti della chiesa dallo stesso marmorizzate.

Nel presbiterio, in due grandi nicchie, posano, in quella in parte Evangeli, la Madonna Assunta in Cielo, e in quella in cornu Epistolae, il gruppo composto dalla Madonna col Bambino e Sant'Antonio di Padova.

Il pavimento è in marmo Bianco e Bardiglio, nel presbiterio a dama in diagonale mentre nella navata è reticolato ordito secondo l'allineamento della muratura. Il Battistero, con la piccola cupola, è in marmo come pure la balaustre, intarsiate a diversi colori.

Lungo la navata si trovano le antiche tombe sepolcrali: al centro, Sepulcrum Virorum, anno 1763; in fondo, Sepulcrum Mulierum; sotto la balaustra, Sepulcrum Infantium; nel presbiterio: Sepulcrum R.R. Sacerdotum, anno 1763.

La volta della chiesa fu dipinta nel 1867 dal pittore Giuseppe Carossini: medaglioni della Madonna Assunta in Cielo e dei quattro Evangelisti.

Il cornicione è fregiato di ringhiera in ferro.

Tra l'altare di San Giovanni Battista e del Santissimo Crocifisso posa il magnifico pulpito marmoreo che, a somiglianza di quello del Santuario di N.S. del Carmine in Lavagna e delle Chiese Parrocchiali di Cogorno e Breccanecca, riproduce il pergamo che si vede nella Basilica di San Siro a Genova. A questo devono essersi ispirati i fratelli Bianchetti di Lavagna, che lo hanno eseguito nel 1862. Esso a bassorilievo riproduce l'immagine della Madonna Assunta; in alto il motto Quaerite primum regnum Dei e gli emblemi dell'Eucaristia: spighe di grano e grappoli d'uva, e il volto degli Evangelisti. E' forse l'opera più bella fra quelle che decorano la chiesa di Ne.

Nel 1885 venne costruito quasi ex novo l'attuale organo per opera degli Agati di Pistoia, rinomati artigiani del tempo, e collocato sulla grandiosa cantoria in fondo alla navata.

Alla sacristia si accede della parte sinistra del presbiterio; in essa si ammirano le bellissime armadiature artistiche in noce che vi furono trasportate da Recco, dalla soppressa chiesa dei Frati. Delle ventitré panche di noce esistenti in chiesa, otto provengono dalla soppressa chiesa di San Francesco in Chiavari, comprate nel 1885 da quel Municipio. Artistici confessionali in noce posano in chiesa e nella sacristia.

La facciata, costruita nel 1879 e "ristorata" nel 1895, è testimonianza del grande amore che la popolazione del luogo porta alla sua chiesa. In essa si trovano otto statue, a grandezza naturale; due in basso, dentro nicchie, ai lati della porta maggiore, rappresentanti la Madonna Assunta e San Gottardo; due in alto, sempre in nicchie, ai lati del finestrone, rappresentanti San Giovanni Battista e Sant'Antonio di Padova; quattro isolate, sopra la gronda del tetto, rappresentanti i quattro Evangelisti.

Il campanile, alto 37 metri circa, sorge tra la chiesa e la canonica. Le campane, che fino al 1771 erano due, furono portate a quattro nel 1855, provviste dalla fonderia Picasso di Uscio, ed a sei nel 1929, formanti il grandioso e riuscitissimo concerto in Re bemolle maggiore, uscito dalla fonderia Capanni, essendo parroco di Ne Don Raffaele Olcese. Nel 1878, in cima al campanile veniva collocano un timpano, fuso dalla Ditta Picasso di Uscio, affinché percosso dalla massa del sottostante orologio, il suono delle ore venisse portato fino ed oltre i confini della Parrocchia. Nel 1929 fu tolto, perché costituiva un permanente pericolo per irreparabili guasti sopravvenuti. L'orologio attuale è della ditta Terrile di Uscio.

Il piazzale, all'ingresso maggiore della chiesa, era in parte lastricato d'ardesia, ed in parte coperto da un pergolato di vite, sorretto da pali in cemento armato. Il tratto che serviva al passaggio della via mulattiera, sulla destra del tempio, è selciato di pietruzze bicolore tolte dal torrente Graveglia. Al centro del piazzale, dinanzi alla porta maggiore, si eleva, su piedistallo di pietra arenaria, una grande croce in ferro, recante intorno a se tutti gli strumenti che servirono alla Crocifissione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Nel territorio della Parrocchia di Santa Maria di Ne si trovano inoltre:

- la Cappella della Natività di Maria in località Ponte di Gaggia;

- la Cappella di San Pietro Apostolo in località Ne Alto;

- la Cappella dell'Immacolata Concezione di Maria in località Castagnola;

- la Cappella in località Monte dei Preti.


Grazie a Simone Ottoboni per il suo contributo al sito avendoci fornito la presente relazione

 

facciata

particolare facciata

interno

Altare Maggiore

Arca processionale della B. V. Maria Assunta in ci